Mercati di riferimento 2012

Nel 2012, il Gruppo Bastogi ha operato principalmente nel settore dei servizi per l’arte (Open Care) e dell’attività alberghiera (H2C Hotel).


Il mercato dell’arte


risultatiNel 2012 il mercato globale dell‘arte è stato penalizzato dall’instabilità e dall’incertezza dell’economia, registrando una flessione del 7% dei valori delle transazioni rispetto al 2011 [Tefaf Art Market Report 2013]. Anche le maggiori case d’asta internazionali hanno risentito della situazione, pur stabilendo alcuni nuovi record mondiali per le quotazioni raggiunte da opere d’arte antica, moderna, contemporanea e post war, così come di design e fotografia. Non da meno l’interesse per i gioielli, gli orologi e i vini rari. Nel mercato internazionale ha pesato, in positivo, il dinamismo della piazza di New York mentre, per la prima volta dal 2010, la Cina ha registrato un calo di vendite, mantenendo comunque la più alta quota di mercato nei ricavi globali provenienti dalle aste [Art Market Trends 2012, Artprice].
Un 2012 difficile invece quello del mercato dell’arte italiano, a fronte della generale crisi economica e del continuo processo di decentralizzazione delle transazioni verso le grandi piazze internazionali. Le case d’asta italiane hanno tuttavia saputo affrontare la contrazione dei consumi e la riduzione della liquidità aggiudicando oltre 117,7 milioni di euro [Il Sole 24 ore, Plus 24, 22 dicembre 2012], grazie all’ingresso nel mercato di compratori esteri e all’introduzione di nuove categorie: dal design agli orologi, i gioielli e l’arte asiatica. Ma a sostenere in termini di fatturato il mercato sono stati soprattutto gli incanti di arte moderna e contemporanea, unitamente alla ricerca di oggetti e opere particolari, puntando su qualità, provenienza e stato di conservazione.


Il mercato alberghiero


Il mercato alberghiero italiano chiude il 2012 in negativo. Nonostante la crescita dell’1% di ospiti stranieri, il comparto ha registrato nell’anno un calo del 2,5% di presenze complessive, con un 5,4% in meno di presenze interne. Ciò ha significato una perdita di 7 milioni di pernottamenti alberghieri, che, unitamente alla parallela flessione dell’indotto e alla generica frenata delle tariffe, ha generato un calo del giro d’affari del settore stimabile in 3 miliardi di euro, con un decremento del 10% del fatturato delle imprese ricettive, e una diminuzione di 60 mila lavoratori a livello di settore turistico-ricettivo, (10 mila in meno nel solo comparto alberghiero) [Federalberghi, Rapporto Turismo Alberghi del 14 gennaio 2013] .
Per quanto concerne la clientela business, nel 2012 il numero dei viaggi di lavoro ha registrato una flessione del 3,3% rispetto al 2011, per un totale di 1,1 milioni di trasferte perdute soprattutto in ambito nazionale (-3,9%). Più contenute le perdite a livello europeo (-2,3%); sostanzialmente stabili, con soltanto un -0,3%, le trasferte con destinazioni intercontinentali. Le trasferte più penalizzate sono state quelle più brevi (-5,9%), stabili invece i viaggi di lunga durata, di minimo due notti (-0,6%), a conferma della tendenza delle aziende ad accorpare le trasferte per ridurre i costi [Osservatorio Business Travel, Rapporto 2012].

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